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Riflessioni fiduciose

“La fiducia è una cosa rara: quando qualcuno la ripone in te
crea un ponte dal suo cuore al tuo cuore.
Abbi cura di quel cuore”.
(G. Stella)

Parlare e scrivere di fiducia non è così semplice, essa è il trait d’union della relazione interpersonale e, ad un livello successivo, dei rapporti della comunità.
Come esprimono molto bene i versi di Stella citati, la fiducia crea un ponte tra due cuori. Chiunque abbia sperimentato questo atteggiamento saprà riconoscere nella creazione di un legame, la sensazione stessa del dare fiducia.
La fiducia è un atteggiamento, un modo di relazionarsi agli altri e al mondo, una predisposizione d’animo che permette di superare la paura: molto spesso è la paura di soffrire o di rivivere un trauma, che guida il pensiero e il vissuto nella formazione di una rete strategica di controllo, finalizzata al tentativo di “tenere fuori” le possibili cause di disagio o sofferenza. Questo meccanismo di difesa comporta un forte dispendio di energie ed un isolamento rispetto al sé e alla vita. Se il compito del controllo è quello di “tenere fuori”, la fiducia “porta dentro”. Un atteggiamento fiducioso nei confronti di sé, degli altri e della vita promuove un attitudine trasformativa per cui, anche la sofferenza più temuta o la difficoltà più evitata, può essere accolta, elaborata e superata in un movimento virtuoso in cui il motore è la possibilità e non l’evitamento.

La fiducia si impara?
La fiducia è una scelta. Diversi sono gli eventi traumatici che , nel corso della vita, possono portare ad un atteggiamento sfiduciato e insoddisfatto nei confronti del vivere: esperienze infantili traumatiche, diverse modalità di apprendimento, difficoltà relazionali etc.., ma ognuna di esse, per quanto possa influire, non è una condanna. Scegliere di fidarsi inizia con l’andare oltre, abbandonare la convinzione che il passato sia un eterno presente e donarsi alla vita. Nel passaggio da una posizione all’altra è fondamentale operare una decisione di perdono, come cessazione di un sentimento di risentimento, che si manifesta attraverso la rabbia, per non aver ottenuto ciò che ci si aspettava o ancora direzionata verso la persona che si credeva dovesse rispondere a determinati bisogni o aspettative. Confrontarsi con questi vissuti permette di assumersi la propria parte di responsabilità verso l’espressione del proprio Sè e lasciare andare, attraverso un atto di perdono di sè e degli altri, il senso di colpevolezza e di ingiustizia che si sono sperimentati.
Il perdono libera poichè restituisce a sè e all’altro la possibilità di provare ancora fiducia, cessando di credere di dover vivere in un continuo stato di allerta.
Le decisioni di cambiamento sono frutto di un costante allenamento, in cui ogni giorno è una nuova conferma di cio che si è scelto. Costruire un nuovo atteggiamento è un progetto e in quanto tale può subire degli stop o rallentamenti, ma ognuno di questi momenti sarà occasione per riconfermare le proprie scelte, senza giudizio. Sviluppare un senso di fiducia, rispetto alle proprie risorse interne, costruito anche sulla consapevolezza che nel mantenimento di un buon equilibrio sono previste delle cadute, significa mettere i mattoncini nella creazione di quel ponte che porta verso l’altro; in coppia, in famiglia, con il gruppo di amici o di lavoro e in comunità.
La fiducia è il cardine fondamentale di ogni professione d’aiuto, dove “aiuto” non pone l’altro in una condizione di debolezza, ma di fragilità, ed è li che va incontrato, dove ha bisogno di imparare o ricominciare a sentire che “ce la può fare”.
Ogni professione di aiuto è una relazione di fiducia, ma una relazione fiduciosa, soprattutto verso se stessi, può essere di grande aiuto.

A cura di dott.ssa Claudia Russo
Psicologa e Psicoterapeuta

A cura di Dott.ssa Claudia Russo
Psicologa Psicoterapeuta

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