“Vi ricordate il segreto che la Volpe svelò al Piccolo Principe? L’essenziale è invisibile agli occhi.
Quanto è vero! E ciascuno di noi, come il Piccolo Principe, dovrebbe tornare più volte ai roseti del proprio mondo (esperienziale) per scoprire che non tutte le rose sono uguali alle altre. E la via dell’arte, che è una via del cuore, può rendere visibile ciò
che sfugge agli occhi della qualità e del benessere di una vita.”
(S. Federici)
Oggi si sente parlare sempre più spesso di creatività nelle sue diverse accezioni.
L’aggettivo “creativo” è di origini molto antiche ed è inteso come ciò che “riguarda la creazione” o “che ha l’abilità e il potere di creare”. Rifacendosi ad una definizione più ampia proposta per il verbo creare (di cui va notato che la radice latina è comune a quella del verbo “crescere”): “produrre dal nulla”, fare nascere qualcosa di nuovo elaborando in modo originale elementi preesistenti, inventare, ideare…
La parola creatività rimanda subito i nostri pensieri ad una dimensione eccezionale, legata a qualche produzione artistica di un certo livello, come se l’atto creativo fosse un’esclusiva riservata a pochi fortunati individui, i cosiddetti “genii creativi”. In realtà la creatività è una qualità presente in ogni essere umano e va pensata nelle sue dimensioni più quotidiane, ordinarie e quindi come potenzialità presente in ciascun essere fin dalla nascita.
Può però rimanere sepolta se inibita da fattori contestuali ostacolanti o, al contrario, sviluppata al massimo delle sue possibilità se stimolata da una rete adeguata ed efficace di relazioni sociali, familiari, culturali, educative. La vera creatività umana deve intendersi non solo come la capacità di dare vita ad opere d’arte o di produrre comunque un oggetto espressivo, nuovo od utile, ma anche come la capacità di vivere e comunicare empaticamente emozioni profonde e di valenza universale. In tal senso è creatività ogni oggetto o comportamento o ogni altra libera espressione creati dall’essere umano nell’ambito di un rapporto empatico con il mondo esterno. È essenziale per vivere pienamente e positivamente ogni nostro rapporto con noi stessi, con la natura e con gli altri. La creatività è l’espressione più piena di quella tendenza a realizzare se stessi e a realizzare in modi efficaci le proprie potenzialità che in termini semplici si traduce nella capacità di vivere del proprio talento. Vivere per la persona creativa è espandere al massimo tutte le capacità dell’Io nella loro massima valorizzazione. Questo è vero in modo particolare per quei creativi con massima apertura alle esperienze della vita, che possiedono molta sicurezza interiore e una struttura cognitiva molto plastica sia per quanto riguarda i concetti, le percezioni che per le ipotesi. Tollera le ambiguità e le informazioni contrastanti e mai adotta posizioni cristallizzate. Grazie ad una personalità forte e alla capacità di giudizio indipendente approda ad una libertà intellettuale non comune che consente accostamenti inusuali di idee, colori, forme: formula ipotesi assurde, giustappone elementi impossibili, rende problematico ciò che appare ovvio e trasforma le cose in altro.
La salute non è una prerogativa della sola medicina tradizionale. Anche l’arte è esperta di salute, può guidarci, attraverso i processi creativi, ad accogliere il funzionamento umano e a favorirne il benessere agendo su di essi. E siccome l’esperienza artistica possiede una base biologica, prima ancora che sociale, universale e non solo culturale, può essere efficace anche a quel livello che finora sembrava poter essere prerogativa della sola medicina, cioè al livello biologico dell’essere umano.
Il processo creativo coinvolto nell’espressione personale è in grado di aiutare le persone a risolvere conflitti e problemi, sviluppare le competenze interpersonali, gestire il comportamento, ridurre lo stress, aumentare l’autostima e la consapevolezza di sé, e raggiungere insight. Non a caso spesso le espressioni creative ed artistiche fungono da punto di svolta e di forza in quei casi dove le parole per raccontare e “raccontarsi” non sono sufficienti, oppure sembra non vi siano affatto.
“L’essenziale è invisibile agli occhi”, così disse la Volpe al Piccolo Principe nel racconto di Antoine de Saint-Exupérye e ciascuno di noi come il protagonista, dovrebbe tornare più volte in quei roseti del proprio mondo esperienziale per scoprire che non tutte le rose sono uguali. La via dell’arte, che è una via del cuore, può rendere visibile ciò che sfugge agli occhi per raggiungere il benessere nella propria vita. L’espressione creativa è proprio ciò che ci permette di riconquistare il colore e le sfumature della vita che sono parte essenziale della nostra natura.
A cura di Dott.ssa Sara Lippo Psicologa Specializzanda in Psicoterapia
Immagine: A. Agostini, “Il viaggio delle emozioni porta lontano il cuore”
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