bilancio competenze

Il bilancio di competenze nell’orientamento: che cos’è e perché è utile.

Il bilancio di competenze è una tecnica di autovalutazione nata nel Nord America a partire dagli anni 90 e successivamente utilizzata in Francia nell’ambito dell’orientamento scolastico. Nel nostro paese si è diffuso nei primi anni del 2000 in seguito alla legge Biagi, dopo un periodo di sperimentazione in Emilia-Romagna.
La prima vera teorizzazione sulle competenze si deve a McClelland all’inizio degli anni 70 negli Stati Uniti, ma già Parsons nel 1909 aveva parlato dell’opportunità di individuare le competenze acquisite dalle persone per indirizzarle verso le scelte professionali più adeguate.
Con il termine “Bilancio di competenze” ci si riferisce ad uno strumento di orientamento che mira ad analizzare non solo le competenze personali maturate nelle esperienze lavorative pregresse e durante il percorso formativo e scolastico, ma anche gli interessi e le attitudini personali. Il suo obiettivo è quello di costruire un progetto futuro che sia formativo o professionale e nuovi percorsi di sviluppo per la persona, partendo dalle potenzialità in essere e individuando nuove modalità per svilupparle, colmare eventuali gap formativi e acquisire nuove competenze.

Il bilancio delle competenze può essere effettuato in varie fasi evolutive della persona. È ovvio che quando si hanno ad esempio venti anni si hanno alcune competenze, a trent’anni ne avremo maturate delle altre e così via. Ecco perché è utile e doveroso fare il punto della situazione ogni volta che si necessita un’evoluzione o un miglioramento del proprio percorso di vita, individuare con chiarezza la base da cui si parte per progettare dove si vuole andare, professionalmente parlando.
Il bilancio di competenze così descritto risulta molto utile alla persona poiché molto spesso non si è consapevoli di ciò che si è appreso nelle proprie esperienze formative e lavorative e di vita e quindi questa non consapevolezza impedisce la possibilità di usare le proprie risorse per un’evoluzione e una trasformazione positiva. Inoltre aumentare la consapevolezza di ciò che sappiamo, sappiamo fare e sappiamo essere, ci dà una grande motivazione e fiducia di poter fare altre cose, e questo innesca un circolo virtuoso di cambiamenti e trasformazioni positive.

Il bilancio di competenze si delinea quindi come un percorso chiarificatore, molto organizzato, con fasi e tempi scanditi, un percorso di messa in luce di competenze possedute ma che al 100% non si sa di possedere. La particolarità dell’utilità di questo percorso sta nel fatto che le competenze sono spesso trasversali ovvero possono essere usate in vari ambiti. Cerchiamo di fare un esempio concreto di questo concetto. Abbiamo perso il lavoro in seguito alla crisi economica e siamo in preda allo sconforto più totale, siamo demotivati e quindi bloccati anche nel mettere in atto una qualsiasi iniziativa positiva per riemergere da questa situazione. Attraverso il bilancio di competenze, con l’aiuto di un consulente specializzato, potremmo comprendere ad esempio di aver maturato nell’esperienza pregressa (formativa, lavorativa, extrascolastica) delle capacità nostre, ed è importante definirle nostre ovvero possedute da noi, che potremmo riutilizzare in altri ambiti lavorativi. Ad esempio se abbiamo la capacità di ascolto, la avremo sia se facciamo il lavoro di commessa oppure di educatore oppure di creatore di siti web o altro ancora.
In questa prospettiva la mancanza diventa ricchezza, e la perdita diventa opportunità, lo studio diventa speranza, la fine diventa l’inizio di una nuova storia.
Il bilancio di competenze è un percorso profondo dentro alla persona, che sintetizza tanti aspetti, da quelli più concreti delle esperienze maturate a quelli più interni e indefinibili, che per essere definiti dobbiamo vederli declinati in un saper fare, e mi riferisco quindi agli interessi e alle attitudini e alle potenzialità.

Il bilancio di competenze è un percorso che può essere effettuato individualmente o in piccoli gruppi o con una tecnica mista; solitamente prevede un numero variabile da 3 a 5 incontri a cadenza settimanale ed ha come output un progetto professionale che si delinea in fasi consequenziali, azioni precise e tempi previsti in maniera scandita.
In fase di raccolta si utilizzano strumenti quali il colloquio, i questionari, le griglie di valutazione, schede di analisi, mappe e test (in caso di somministrazione di test psicologici è prevista la presenza della figura dello Psicologo). Segue quindi la stesura del progetto professionale, la restituzione e discussione insieme all’utente, e infine la messa in opera del progetto in tutte le sue varie fasi. Tutto il percorso è gestito dal consulente di bilancio di competenze, figura fondamentale in tale percorso che come un Virgilio accompagnerà il suo Dante in tutte le fasi del percorso.

Articolo a cura della Dott.ssa Lucina Cicioni
Psicologa, Psicoterapeuta, Orientatrice Senior

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